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DEGUSTAZIONI VOL. 3 (Dicembre 2000)

 

ASSAGGI DI FINE ANNO: prima parte

Gentilmente ospitati da Claudio e Giuliana del Ristorante Gaudemus di Sistiana, in compagnia di alcuni produttori non ancora conosciuti al grande pubblico come Mauro Mauri, Gianni Menotti e Silvio Jermann, abbiamo provveduto a stappare alcune batterie di Chardonnay per un confronto Italia-Francia. Guest-stars della tavolata Alberto "notaio" Ricci e Paolo "drago" Ianna.

Hanno accompagnato la serata i seguenti, deliziosi manicaretti:

E veniamo ai vini.

Tra un Cervaro della Sala '98, un Miani '99, un Sanct Valentin di S.Michele Appiano '95, e un Corton Charlemagne '96 di Jadot, molto bene l'altoatesino, struturato, minerale, molto piacevole. Abbastanza bene Miani, ancora crudo e leggermente legnoso ma con buona pasta. In ordine anche il Cervaro, sempre elegante pulito e accattivante. Male il borgognone, chiuso, ridotto e poco gradevole.

Tra un Meursault '94 di Jadot, un Cà del Bosco '98, un St. Jurosa '97 di Lis Neris e un Meursault '95 di Drouhin, bene Cà del Bosco, austero e importante, bene anche il St. Jurosa di Alvaro Pecorari che, dopo un inizio stentato, ha guadagnato rapidamente una posizione fra gli Chardonnay di rango, male ancora i due francesi, chiusi, inespressi, non gradevoli sia al naso che al palato.

Tra un Macon '96 di Thevenet, un più unico che raro Gräfin '92 di Villa Russiz, e un Marina Cvetic '96 di Masciarelli, grande quest'ultimo pieno, ricco, succulento di gran lunga il miglior vino della serata. Non è sicuramente la prima volta che vini francesi escono male da una degustazione comparata, questo senza nulla togliere alla loro storia.

L'impressione che ci si è fatti dopo molte di queste sedute è che per bere veramente alla grande vini d'oltralpe bisogna spendere molto. Sono d'accordo i nostri lettori? 1