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Il Territorio: i Sapori
La zona vinicola del Carso, arida e difficile, da vita a uve pregiate, tutelate dalla DOC Carso. A fianco di vitigni internazionali che acquisiscono sul Carso una loro peculiarità e personalità, si stanno ritagliando uno spazio importante vitigni autoctoni quali i bianchi Vitovska e Malvasia o il rosso Terrano. Tutti i vini, comunque, sono fortemente legati ad un concetto di territorialità che la terra rossa, il clima sub-continentale e la breve distanza dal mare contribuiscono a formare.
Alla vite é spesso associato l'ulivo. L'olio extravergine del Carso è dominato dalla presenza del tipico cultivar della zona, la bianchera. É un prodotto raro e prezioso, a bassissima acidità, molto gradevole e dal sapore leggermente piccante, stupendo per delicatezza e fragranza. La zona d'elezione si trova nella piana della Rosandra, nel comune di San Dorligo della Valle.
La presenza di una flora peculiare e il basso livello di contaminanti chimici nella zona, fanno del miele del Carso un prodotto di altissimo livello qualitativo. Accanto alle varietà classiche (acacia, tiglio, castagno, melata d'abete e millefiori), una varietà autoctona sta riscuotendo particolare successo anche in concorsi nazionali: il miele di marasca (in sloveno reselika). Si tratta di un miele di color rosso mattone, dal gusto deciso, prodotto da un ciliegio selvatico che cresce in tutto il Carso (Isontino, Triestino e Sloveno) e che ha trovato in questa zona di confine il suo habitat ideale.
La storia di Trieste, crocevia delle culture più diverse, si riflette nella pasticceria tipica, frutto di influssi italiani, austriaci, ungheresi e slavi. Presnitz, putizza, pinza, strudel, paste alla crema, paste carsoline, krapfen, dobos, rogojancsi, fave alle mandorle sono esempi di questa lunga tradizione, cui vanno aggiunti i dolci della tradizione ebraica, per la folta comunità presente in città.
Oltre al porto, la dominazione dell'impero austro-ungarico ha lasciato un'altra traccia: la salumeria viennese, che ancora oggi viene gustata in ogni angolo della città.
Da sempre uno dei principali centri mondiali per l'importazione del caffè, Trieste è diventata negli anni una delle capitali dell'espresso di qualità.
Il Territorio: i Luoghi
Da più di un secolo, un flusso continuo di avventori trovano la "caldaia" sempre generosamente ricca dei vari tagli del bollito di maiale: porcina, carré, ombolo, luganighe de cragno, vienna, crodeghin,... Vengono consumati con una grattata di cren, una spalmata di senape e un boccale di birra: questa è la versione triestina del buffet. Molti di questi locali sono indicati sulla Guida alle Osterie d'Italia edita da Slow Food. Per saperne di più, consulta il sito nazionale.
La città è stata e ancora è uno dei principali luoghi di imbarco/sbarco del caffé. E ciò ha avuto un forte influsso anche sulle abitudini dei suoi abitanti. I caffè sono parte integrante della cultura e della vita triestina. Il Caffé degli Specchi, il Tommaseo, il San Marco: è la Trieste raccontata da Svevo, Saba, Magris. Qui si trovano, fianco a fianco, scrittori e studenti legati a uno stesso gergo fatto di "neri gocciati", "capi in bi" e "deca lunghi in tazza".
Il "fuori porta" triestino per eccellenza è l'osmizza carsolina, segnalata da una frasca appesa a un cartello o a un albero. É un'istituzione che risale ai tempi di Maria Teresa d'Austria, quando ai contadini fu concessa l'apertura di locali ove si consumavano i prodotti dell'orto o della stalla: un vero agriturismo ante litteram.
Qui, in un ambiente informale e antico, si trovano i prodotti di casa e i vini, spesso rustici quanto intensi, delle vigne strappate a un terreno ostile.
La cucina carsolina vede protagonista un miscuglio di tradizioni austriache, slave, ungheresi, levantine: Gnocchi, rotolo di spinaci, goulasch, patate in tecia (al tegame), capuzzi (crauti), strudel, palatschinken, sono i piatti che allietano le scampagnate.