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DEGUSTAZIONI VOL. 11 (Gennaio 2002)
Tocai 2000, ovviamente regionali
Tra Rodaro, Vigne di Zamò 50 anni, e Ronco del Gnemiz bene tutti e tre. Quello di Rodaro più netto, preciso con buona
corrispondenza naso bocca sia appena stappato che alla fine della degustazione. Il celebrato Vigne di Zamò sicuramente potente e molto strutturato, vino di notevole impatto ma con qualche problema da risolvere rispetto al legno che ancora lo avvolge. Bene anche il vino del Ronco anch'esso strutturato e importante probabilmente ancora un po’ indietro come fase evolutiva. Tre ottimi vini, nessuno spiccava nettamente sugli altri, realizzazioni egregie sul tema, onore ai produttori che hanno prodotto un vino che non fa rimpiangere nessun altra
varietà.
Sauvignon 1998 regionali
Tra Venica "base", Russiz Superiore, e Picol Sauvignon di Alvaro Pecorari, molto bene il vino di Marco e Roberto Felluga, netto, varietale, molto accattivante, equilibrato può rappresentare un esempio di come può essere il sauvignon regionale nel mondo. Non bene Venica. Sono state stappate due bottiglie ed in entrambe il vino era fuori fase, ormai oltre il colmo. Piacevole anche il vino di Lis Neris, frutto integro ben amalgamato con il legno e con ancora un buon futuro davanti.
Merlot 1993 regionali
Tra un Merlot Miani e un Merlot Graf de la Tour di Villa Russiz, grandi entrambi con una leggerissima preferenza per il vino di Villa Russiz. Parte bene equilibrato, elegante e con buon corpo il vino di Miani, rimane a lungo netto e inossidabile durante la degustazione. Il Graf denota subito e in seguito una decisa nota erbacea al profumo, sia pur nobile e non banale. Potente e lungo, ricco e maturo al palato dove la leggera nota erbacea non si nota. Da notare che il Dott. Menotti, presente all'incontro non ha, come quasi sempre succede, riconosciuto il suo vino.
Altri rossi 1993
Tra un Rosso Miani, Sassicaia e Rosso degli Orzoni di Russiz Superiore, bene il rosso di Russiz Superiore. Struttura notevole, buon corpo, caldo e avvolgente ancora i buona forma, il vino dei Felluga non dovrebbe avere niente da invidiare ad un buon bordeaux. Un po’ esile ma equilibrato e piacevole il rosso di
Miani. Non bene Sassicaia, note di verdura lessa, frutto coperto, non gradevole complessivamente, peccato, una prova opaca del
mito.
Rossi 1989
Tra un Barolo Ciabot Mentin Ginestra di Clerico, un merlot di Radikon, e un barolo di Bartolo Mascarello, duello stellare tra i primi due. Ricco e strutturato con eleganza il piemontese, profumi leggermente più evoluti che al palato, vino in piena forma comunque da bere. Fruttato intenso con note balsamiche e un sacco di altre sensazioni piacevoli e fresche al naso il merlot. Lungo e deciso in bocca, in linea con i profumi. Non bene il barolo del mitico Bartolo, aranciato più che granata, monocorde con sensazioni acide e poco piacevoli, quasi mancanti le sensazioni legate all'uva, decisamente sul colmo se non oltre.
Sauvignon della Loira
1999
Tra un Pouilly-Fumé Pur Sang di Didier Dagueneau ed un Sancerre
Génération XIX di Alphonse Mellot, appena migliore il secondo. Due vini
di classe di due grandissimi produttori. Più vicino ad un palato nostrano
il Pouilly, dotato di maggiore ricchezza e potenza, più
"nordico" il Sancerre, con uva spina e sentori minerali al naso,
con maggiore acidità al palato. Da notare che entrambi i vini vedono un
passaggio, totale o parziale, in legno ma nessuno ne viene minimamente
penalizzato da sentori boisé o vanigliati. E non si tratta neanche dei
"purosangue" delle due cantine...
Inoltre, in ordine sparso:
Merlot di Castello di Ama, L'Apparita 1990
Rosso violaceo ancora intenso, buon corpo e struttura e buon equilibrio naso bocca. Senz'altro ancora un gran bel vino, ma non paragonabile al mitico 1987.
Siepi, Castello di Fonterutoli 1995
Nero violaceo, profumissimo fruttato complesso. Grande al palato, lungo , non finisce mai
intenso quasi denso. Forse la perfezione nel vino non esiste, ma Siepi è veramente un grande d'Italia e paragonabile senza tema con i grandi rossi del mondo. Grande connubio merlot-sangiovese.
Barolo Sperss Gaia 1988
Rosso rubino scuro. Di buon corpo e spessore, è certo un buon vino, forse sfugge la tipicità e l'anima del nebbiolo, elegante e
raffinato
Brunello di Montalcino Case Basse 1979
Rosso rubino granato, profumi intensi ancora attuali e piacevoli che oltre al frutto vanno dal cuoio al legno delicato al tabacco, in bocca lungo e di grande nobile austerità, pur non avendo eccezionale struttura, complessivamente eccellente, può ricordare, curiosamente un grande pinot nero. Mi sembra che sia il secondo anno del Brunello di Soldera, ma questo controverso produttore aveva già le idee chiare su come fare il Brunello più grande di tutti.
Vintage Tunina Jermann 1991
Profumi intensi ma delicati . Al palato lungo ed elegante, minerale e mutevole in piacevole complessità, non eccezionalmente strutturato ma ottimamente equilibrato.