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DEGUSTAZIONI
VOL. 13 (Settembre 2003)
Ritorna la rubrica del godimento materiale. Non è che il gruppo bever forever abbia perso le buone abitudini degustative, ma la fiacchetta impediva di divulgarle e desciverle. Comunque ecco alcune schede di degustazioni estive-autunnali.
Borgogna, pinot nero, confronto tra: Clos de la Marechale premier cru 1990 di Faveley, Gevrey -Chambertin premier cru Cazetiers 1998 di Bruno Clair, Grand Echezeaux 1992 Domaine de la Romanèe - Conti.
Confronto al vertice tra vini che probabilmente per le loro qualità e peculiarità oltre che per la mano dei rispettivi produttori possono essere prodotti solo in quella terra benedetta.
Profumi fini netti e inconfondibili di pinot nero in tutti e tre i vini, rosa e viola si fondono in maniera esaltante con maggior definizione nel Grand Echezeaux, persistente ed elegante anche al palato Faveley ( in magnum), con tannini appena in evidenza e non completamente smussati quello di Bruno Clair. Ma il vino della Domaine per eccellenza era davvero divino, è difficile descrivere come seta e velluto si possano materializzare in liquido, in un succo d'uva delicato e finissimo e nello stesso tempo interminabile e avvolgente. Indimenticabile.
Proseguo con qualcosa di più accessibile.
Valtellina: Sforzato 1999 Triacca, Sforzato Sertoli Salis Canua 1998. Entrambi rubino carico con riflessi granata. Profumi evoluti e poco attuali sul secondo appena più vispi e gradevoli sul primo. Discreto è il volume di Triacca, persistente ma con un evidente fondo surmaturo non proprio gradevole dovuto all'appassimento, sensazione ancor più marcata sul secondo decisamente stanco e poco equilibrato.
Non ho ancora assaggiato qualcosa di veramente interessante di questa tipologia di vini valtellinesi. Stante la tecnica fondamentale dell'appassimento e spremitura successiva preferisco gli amarone.
Tocai 2002 Toros, Tocai 2002 Aldo Polencic. Fine, delicato di grande armonia sia al naso che in bocca quello di Franco Toros, scorre bene, ottima bevibilità con buone caratteristiche varietali. Più massiccio anche in virtù di un affinamento in legno, quello di Aldo Polencic, strutturato e corposo meno immediato ma comunque di egregia fattura. Il tocai di Toros, è noto, è il vino bianco dell'anno per la stampa specializzata e in effetti si conferma prodotto di rilievo.
Arbis Bianco 2001 Borgo San Daniele, Blanc des Rosis 2001 Schiopetto. Caldo e strutturato di ottima bevibiltà con accattivante flash aromatico il vino di Sandra e Mauro Mauri. Fine e delicato, giovane e di notevole eleganza l'uvaggio di Schiopetto. Un ottimo confronto sul tema libero dell'uvaggio tra due aziende di rilievo.
Siepi 1999 Fonterutoli, Olmaia 1999 Col D'Orcia. Che bel matrimonio il Sangiovese con il Merlot! e il Siepi ne è la dimostrazione tangibile, potenza ma con equilibrio, elegante ma di carattere e poi lungo e di gran beva.
Il cabernet di Col D' Orcia è un discreto prodotto ma è leggermente anonimo, è corretto di media struttura ma non riesce ad esaltarsi sui terreni cari al Brunello.
Chardonnay 2000 Dorigo. Giallo intenso, profumi di miele di acacia , dolci intensi. Al palato è di corpo e struttura con tannini barricaderi ancora da smussare ma comunque equilibrato e gradevole.
Vintage Tunina 1999 Vinnaioli Jermann. Morbidone, accattivante, dolce, persistente, è sempre lì questo grande vino, gioca sui toni della discrezione e dell'impatto elegante e comunque dopo pochi minuti la bottiglia è vuota perchè piace a tutti.
Vi avevo accennato tempo fa, sulla lettera ai Soci, della riapertura, dalle ceneri della Baita, della Vinnaeria a Capriva del Friuli. Oltre a riconfermarvi la bellezza del locale, vi ricordo una buona cucina trà cui uno stratosferico risotto al nero che da solo vale la gita