Trenta Novembre
Piove
anche nei miei sogni
da troppo tempo
non sopporto questo
stillicidio di sentimento
che la gente passando
calpesta
come foglie morte
sul cemento
umido dei marciapiedi
e
non riesco a credere
che già sia il trenta
di novembre.
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Passeggiata
Al crepuscolo
è la città in cui vivo:
né giorno né notte,
ma uno sfumare perenne
dell'uno nell'altra.
Qui il tempo non scorre;
le statue equestri
non commemorano eroi,
ma la mia vita e i miei sogni,
né vi è stagione
ma calore o gelo
nel mio umore,
nebbia d'inedia o pioggia
come pianto.
E mi perdo nei miei parchi,
ascoltando
la musica delle fontane,
o l'eco lontana
riflessa
sotto portici antichi
che porta la voce
di un carezzevole istante - mai stato -
vicino
lontano
dimenticato.
^
Nebbia
E tutt'intorno
prorompe
la quiete,
pallida e fredda,
celandoti
al mondo
così che puoi
fuggire
- però perdendoti -
o ritrovarti,
però venendo preso.
^
*
Uscivamo di sabato
ostaggi
di voci adulte
infantili schiamazzi
così grandi
dei nostri diciott'anni
e ridicoli
nel vestito troppo largo
della nostra appena accennata
umanità.
^
Sulla strada
Mi sorridesti
e il mio cuore tacque un istante
ricordo
il tuo viso
nel buio alle mie spalle
mentre guidavo
cercando i tuoi occhi
sulla strada.
Giungemmo a destinazione
quella sera
fui il solo
che si fosse perduto.
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Con te, contro di te
E' così lontano
il campo di battaglia?
Dalla cima della torre vedo l'Alfiere sprezzante
che attraversa veloce il pianoro diretto al sacrificio;
la Donna in armi alla testa della carica;
un cuneo di fanti trincerato inamovibile,
ed un Re stanco assediato
tentare vanamente la sortita.
Dalla cima della torre
all'inizio della fine odo una voce: "scacco!"
e scivola
un mediogioco d'inganni
in un onesto finale,
le nebbie, gli agguati cessati,
l'attesa mietitura del seminato più innanzi.
Sui bastioni violati,
in cima a questa torre,
la mia anima garrisce al vento
mio vessillo
e ancora io non posso credere
che presto non sarà più che un tuo trofeo.
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*
Ho sbagliato
maledirò allora la mia
umanità
colpevole
ma dovrete comunque
perdonarmi
se non potrò giurare
di non ripetere
l'errore
altrimenti condannatemi
pure.
^
Per mano
Cammino scalzo
sulla spiaggia dei ricordi
gabbiani
lontani volteggiano
vele inseguite
da scie
di nostalgia fatta in schiuma
respiro
le onde
e conchiglie scheggiate mi feriscono i piedi.
Vieni,
non pensare,
saprò guidarti
oltre.
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Il bacio
Nel mio sogno
accarezzo una statua
una donna
di marmo pregiato.
Su di lei
lascio scorrere le mani
sui fianchi nudi le cosce
di ghiaccio il seno
silenzioso immobile
e sull'imperturbabile
viso
le gote orgogliose
gli occhi duri
da cui non viene passione
ma solitudine
desolazione
forse rimpianto.
M'allungo e bacio
le labbra gelide di marmo:
non trasmetto calore
ricevo freddezza.
Ma da quel bacio
che sa di tristezza
scosso dai brividi
non vorrei più svegliarmi.
^
*
Io sono l'erratico cielo
di settembre
dalle limpide aurore
i gloriosi tramonti
le oniriche nubi
sfrangiate
muto il mio viso
i miei intenti
io stesso
un sogno
- nient'altro.
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