Inizialmente il tipo di sacrifici più praticati erano quelli effettuati dinanzi il fuoco domestico, e non impegnavano molto tempo né grandi doti; successivamente invece si diffusero veri e propri rituali, che per la loro durata e difficoltà non risulta potrebbero esser compiutid a gente comune.
Dagli Srauta Sutra (cfr. Veda
al punto Vedanga) è emersa la descrizione di alcuni sacrifici dove veniva utilizzato il soma, fra i quali il più semplice aveva la durata di un giorno ed era chiamato Jyoti-stoma. La struttura generale di questo tipo di sacrificio consta in un invito agli dei a partecipare a un banchetto, dove insieme si consuma il soma (che qui assume il valore di pozione d'immortalità) e la carne degli animali immolati.
La preparazione del soma avviene con un rituale ben scandito: le piante necessarie vengono portate sul luogo del sacrificio su un carro, con una dignità pari a quella riservata a un ospite importante, quindi pestate e unite ad acqua, latte e delle volte anche miele, mentre nel contempo si sacrifica qualche animale. La varietà di questo tipo di sacrifici è impressionante, e si ritiene perciò che buona aprte fossero "popolari" e non di derivazione aria; comunque sia non erano tutti obbligatori, anzi, quelli da compiersi erano l'agnihotra (celebrato ogni mattina), quelli della luna piena e nuova e le feste del soma nei giorni delle sigizie.

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