Le forze geologiche
agiscono normalmente nell'arco di migliaia o
addirittura di milioni di anni: alcuni fenomeni
geologici possono però cambiare il volto di
intere zone del pianeta nel giro di pochi
secondi. Le eruzioni vulcaniche ne sono un
drammatico esempio: in alcuni casi, a causa della
composizione chimica del magma, la fuoriuscita
della lava avviene con una violenza incredibile.
Se il magma è molto viscoso, infatti, tende a
formare dei 'tappi' nei camini dei vulcani e, di
conseguenza, a intrappolare una gran quantità di
gas caldi. La pressione a cui questi gas sono
sottoposti cresce fino a quando non si genera
un'esplosione che provoca la distruzione parziale
o totale dell'edificio vulcanico. L'eruzione del
monte Sant'Elena avvenuta il 18 maggio 1980,
nello stato di Washington, Stati Uniti, è stata
di questo tipo e ha liberato complessivamente
un'energia equivalente a 27000 bombe atomiche del
tipo sganciato su Hiroshima. I geologi erano
stati messi in allarme da una serie di piccoli
terremoti: dopo circa 150 anni di inattività il
monte Sant'Elena si preparava a un drammatico
risveglio. Alle 8.32 del mattino la protuberanza
sulla sommità del vulcano, costituita
dall'antica lava solidificata, iniziò a muoversi
in maniera impercettibile; dopo soli 37 secondi
una valanga di detriti si staccò dalla parete,
scendendo alla velocità di 250 Km/h lungo il
pendio. Dopo 51 secondi la montagna venne
squarciata da una terribile esplosione e
un'enorme quantità di cenere, lapilli, detriti e
macigni fu scagliata in aria. |
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