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DODICESIMA
TAPPA
11-12/02/2002
PLAZA ARGENTINA
(riposo)
Plaza Argentina
(4250 mt) Campo Base
E' una bella
giornata di sole, anche se un po' freddina. Non mi rendo ancora conto di
quello che abbiamo fatto. Il risveglio è pigro e faccio fatica a
mettermi in moto. Anche questa notte ho sofferto per il dolore al plesso
solare che si attenua solo quando bevo. Durante la mattinata conosciamo
due italiani di Ascoli, Massimiliano e Francesco, che ci chiedono informazioni
sulla via. Tra una chiaccherata e un riposino distesi al sole passa pigramente
il giorno fino a che arriva l'elicottero che porta viveri e il cambio per
David, il medico, che domani partirà per la cima. Il nuovo medico
si chiama Gustavo e lo mettiamo subito al lavoro. Riccardo si fa visitare
le mani ed io il mio stomaco. Bendaggi e guantoni da 8000 per lui e pastiglie
contro la gastrite per me.
La sera mangiamo
nella tenda comune che dopo cena si riempie di gente: ci sono i guardiaparco,
Paula, Maria del Karibe, Mat, un canadese che assomiglia a Stanlio, Carrey,
l'inglese che ha seguito Riccardo e Davide sulla Diretta dei Polacchi,
Cecil, la guida di Mountain Madness, Massimiliano e Francesco, oltre ovviamente
a noi. Cecil porta una strana chitarra e la serata si anima con canti di
ogni genere. Tra un canto, una birra e un pezzo di pizza facciamo mezzanotte.
Io, nonostante il dolore, non posso esimermi da mangiare la spettacolare
pizza offerta dai guardiaparco.
Il giorno successivo
è ancora relax totale. Mi dedico ai bagni di sole e all'aggiornamento
del mio diario. Poi si aprono le trattative sulla vendita dell'attrezzatura.
Ci liberiamo dei ramponi, del termos, di uno zaino delle tende che abbiamo
portato dall'Italia, insomma di tutto quello che può essere utile
a questi ragazzi che restano qui a Plaza Argentina.
Siamo ancora
stanchi, lo si vede negli sguardi che sono un po' tristi e assenti, e dalle
poche parole che ci diciamo. Davide è, come al solito, il più
attivo: si dà da fare per la colazione e il pranzo, anche se non
abbiamo molto appetito; è indaffarato a fare foto per gli "sponsors"e
fa bucato. Io non ho nessuna voglia di infilarmi nel torrente gelido e
non ho la forza di mettermi a lavare nemmeno un calzino e aspetto di arrivare
a Mendoza per farmi una doccia bollente lunga una vita. Comincio a godermi
l 'avventura che abbiamo passato e non voglio perdermi nemmeno una sensazione.
Come tutti
i pomeriggi comincia a nevicare e la temperatura si abbassa notevolmente.
Non è più il campo base del primo giorno, quando non si poteva
stare in tenda di giorno per il troppo calore.
Oggi è
l'ultimo di carnevale e dopo cena Paula, Maria e i guardiaparco arrivano
nella tenda comune con le frittelle ed un registratore e in breve la tenda
si trasforma in una sala da ballo d'alta quota. All'interno, stipati come
in una discoteca, siamo italiani, inglesi, tedeschi, argentini, canadesi
che ballano in giacca avento e scarponi alzando una polvere incredibile.
Nella tenda, a tratti non si respira, ma è una bella festa. Nonostante
sui volti di tutti traspaia una certa sofferenza e stanchezza, gli occhi
e i gesti sono profondamente allegri e vivi e anche i più restii
a farsi prendere dalle danze, alla fine si buttano nella mischia. |
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