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TREDICESIMA
TAPPA
13/02/2002
PLAZA ARGENTINA
- PAMPA DE LENAS
(trekking)
Plaza Argentina
(4250 mt) CB - Pampa de Legna (2800 mt)
Tempo di
percorrenza:
7.00 ore
Difficoltà:
Facile
Dislivello
:
1450 mt
Sviluppo
: 25 km
Mi sveglio
presto perchè voglio vedere il primo sole che accarezza le vette
vicino al campo base, Il Cerro Ibanez e il Cerro Ameghino, L'aria è
particolarmente frizzante e la neve, caduta nel pomeriggio di ieri, non
si è sciolta e imbianca anche le cime in fondo alla valle. L'autunno
sta per arrivare e il nostro viaggio sta per concludersi.
Alle 7.00
Davide ed io andiamo a sveglliare Maria con un sontuoso cappuccino liofilizzato,
ma lei non apprezza molto, ci fa un sorriso di circostanza e senza nemmeno
aprire gli occhi si gira dall'altra parte. Prepariamo le sacche e gli zaini
e poi una lunga sequenza di saluti, saluti e ancora saluti.
Quasi non
voglio lasciare questo tormentato pianoro di pietre, che, nonostante le
scomodità e l'isolamento in cui si trova mi sembra una casa. Troppe
emozioni, troppe aspettative, troppe paure, troppi sacrifici e gioie hanno
avuto luogo qui ed è difficile voltar loro le spalle e scendere,
consapevoli che tanto di noi rimane a queste quote.
Ruggero ha
voglia di andar via e scalpita, mentre per Riccardo, Davide e me ogni scusa
è buona per restare ancora un po' vicino a questa montagna e alla
gente che la abita.
Alle 11.00
finalmente partiamo e scendiamo verso Casa de Piedra e poi a Pampa de Lenas.
Ogni tanto mi volto ad osservare ancora questo paesaggio così crudo
e affascinante, questi colori assoluti, e mi riempio i polmoni di quest'aria
così pura. Arrivati a Pampa de Lenas montiamo l'unica tenda che
c'è rimasta, mangiamo e ci infiliamo nei sacchi a pelo. Riccardo
ed io dormiamo fuori, sotto le stelle. In reltà non dormo molto;
mi tornano alla mente un fiume di cose, una sequenza di immagini e sensazioni
che è difficile dimenticare. Rivedo Paula dal sorriso contagioso
con il suo maglione sdrucito, Maria dagli occhi furbetti e le movenze di
una gatta, Cecil, con la sua vocina flebile e le mani da alpinista, Mat,
una macchietta in pigiama, Carrey con la tipica aplomb londinese, Massimiliano,
irrefrenabile menestrello, Francesco, ponderoso e schivo, Gustavo, medico,
santone e guaritore del campo, i guardiaparco, montanari doc con la passione
per le donne, la tedesca biondina, bianca come il latte e bruciata dal
sole che è stata sulla cima dopo di noi.
Con loro guardo
le stelle e mi addormento accarezzato dal vento tiepido del fondo valle. |
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