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TREDICESIMA
TAPPA
11/01/1998
BANC D'ARGUIN-NOUAKCHOTT
(jeep)
Ci svegliamo tutti bagnati. Fa freddo:
Massimo ed Angelo hanno dormito con la giacca a vento. Il mio sacco a pelo
è prorio bagnato ed anche i pantaloni e la maglietta che avevo messo
vicino a me la sera precedente. Indossiamo le giacche a vento, accendiamo
il fuoco e facciamo colazione. Smontiamo il campo e ci prepariamo a tornare
a Nouakchott. Partiamo alle 9.30. Facciamo una pista interna per un po'
per poi tornare sulla costa. La marea è già alta e quindi
dopo una mezz'ora ci fermiamo perchè è impossibile proseguire.
Approfittiamo per fare asciugare al vento tutti gli indumenti bagnati.
Mangiamo qualcosa e, quando la marea si è un po' ritirata, ripartiamo.
Incontriamo un gruppo di fennicotteri rosa e poi un branco di delfini che
incrociano vicino alla costa. E' splendido vederli saltare fuori dall'acqua
e giocare tra loro. Poco più avanti incontriamo un'aquila di mare
che se ne sta immobile sulla spiaggia incurante delle nostre jeep che le
passano vicino.
Il mare da queste parti è
talmente pescoso che le onde spiaggiano i branchi di cefali. Basterebbe
fermarsi a raccoglierli per poterli mangiare.
Da notare che questa è la
strada più trafficata che abbiamo trovato in 14 giorni di viaggio.
Di fatto la spiaggia è l'unica via di comunicazione Nord-Sud della
Mauritania. Lungo la spiaggia ci sono molti villaggi di pescatori abitati
da senegalesi. Mauri non se ne vedono in quanto di solito non fanno lavori
umili.
Verso le 16.00 arriviamo ad un piccolo
campeggio alle porte di Nouakchott. Prendiamo due bungalows per 3.500 UM
l'uno.
In campeggio c'è l'acqua
calda anche se i bagni sono veramente sporchi.
Era molto meglio il deserto. Ci
facciamo la seconda doccia in dieci giorni poi andiamo a fare una passeggiata
sulla spiaggia e ci dirigiamo verso una grande costruzione a cupole.Mentre
ci avviciniamo ci accorgiamo che la spiaggia è piena di gente che
corre, barche che arrivano, urla, polvere, spruzzi. Ci troviamo nel bel
mezzo del mercato del pesce di Nouakchott nell'ora in cui le barche rientrano
dalla pesca. Uno spettacolo incredibile quanto inatteso.
Purtroppo non possiamo fare nessuna
fotografia perchè i locali si arrabbiano moltissimo, ma sarebbe
da riprendere ogni metro di questa scena apocalittica.
Tutto intorno a noi è una
bolgia di gente, di odori, di colori, di rumori. La spiaggia è sporchissima;
il pesce viene scaricato dalle barche e pulito direttamente sulla sabbia
e messo in vendita in mucchi di varie dimensioni; alcune donne vendono
delle frittelle untissime. Gli odori sono acri, ma la scena è molto
cinematografica. Da una donna compriamo del pesce per pochi soldi. Bianca
riesce, di nascosto, a fare qualche scatto.
Quando torniamo il campeggio si
anima in quanto sta arrivando la carovana che avevamo trovato la mattina
precedente al Banc d'Arguin. C'è una confusione infernale e dopo
10 giorni di deserto dà fastidio sentire i rumori della civiltà.
Mangiamo per l'ultima volta al campo. |
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