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Gherardo Ghirardini
SECONDA TAPPA
31/12/1997
TERGIT-PASSO TOURVINE-TOUERIA- OUED LEBIAD
(trekking)

La sveglia è alle 6.30; è ancora buio e non fa freddo. Mi sono alzato alle 5.30 e sono rimasto a guardare le stelle cadenti che sono luminosissime. Facciamo colazione e smontiamo il campo. Siamo assaliti dalle mosche che si appoggiano dappertutto. La giornata è stupenda, non c'è una nuvola ed il cielo è veramente terso. Alle 8.00, puntuali come svizzeri, arrivano le guide con i cammelli. Quattro porteranno i nostri bagagli, uno porterà i 60 litri d'acqua che abbiamo preso al vicino pozzo. Riempiamo le nostre borracce con acqua purificata, sistemiamo gli zaini, ci facciamo il turbante e partiamo. Sono le 9.00 (ci vogliono circa tre quarti d'ora per caricare i cammelli) e partiamo con un bel fresco. Costeggiamo la montagna sotto la quale avevamo il campo verso SUD su di una strada carrabile e lentamente c'inerpichiamo su per il pendio. A fianco della strada ci sono addirittura dei cartelli stradali che indicano curva pericolosa! Arriviamo in cima al passo Touervine da cui si gode un panorama stupendo della valle circondata da alti massicci stratificati; facciamo qualche bella foto.
Svalichiamo e scendiamo, subito dopo, in uno stretto Uadi pietroso che ci porta su una valletta più bassa che digrada sempre verso EST; il fondo è sassoso, ma ben presto si trasforma in sabbia che è molto soffice. Affondiamo con quasi tutto il piede e procedere è un po' più impegnativo. Di fianco a noi si aprono, ogni tanto, vallette con acacie sparse e cespugli più piccoli. Passiamo vicino ad un pozzo e ad una valletta coltivata a miglio, poi la valle si apre e si ha la sensazione di camminare nel letto di un grande fiume in secca. Il caldo si fa sentire anche perchè è quasi mezzogiorno. In fondo alla valle s'intravede un mare di dune che nel giro di mezz'ora raggiungiamo. Di fronte a noi, ora, ci sono solo dune e qualche raro albero di acacia. Sotto uno di questi ci fermiamo per la sosta pranzo.
Le nostre guide scaricano i cammelli e noi prepariamo da mangiare. Ci accorgiamo di avere sempre le mosche appoggiate ai nostri indumenti; quando ci muoviamo loro svolazzano per qualche minuto, poi tornano ad appoggiarsi al caldo. Nicola mette sul fuoco la pentola del te. Fa molto caldo, ma all'ombra è fresco e soffia un leggero venticello. Dopo pranzo un bel pisolino, un buon libro ed il te che ci offrono le guide. Verso le 16.00 ripartiamo dopo aver caricato i cammelli. Il panorama è grandioso: camminiamo in questa enorme vallata circondata da montagne e dune per un'ora circa poi ci raggiunge una jeep con un gendarme che ci chiede qualcosa per la febbre. Gli diamo un po' di pastiglie di Aullin e proseguiamo in direzione SUD-OVEST.
Il fondo cambia di nuovo. Adesso camminiamo su di una pietraia piatta e scura. A sinistra le montagne ed a destra un mare di dune. Costeggiamo sempre il massiccio alla nostrta sinistra, giriamo in direzione OVEST ed entriamo in una valle più stretta in fondo alla quale si vedono grandi dune gialle; la percorriamo tutta fino a superare le prime dune sulla destra. Scorgiamo, in lontananza, delle capanne e capiamo che l'oasi di Oued Lebiad non è lontana. Infatti, dopo poco ci fermiamo ad un pozzo dove i cammelli si abbeverano, riempiamo le taniche di acqua e ci rinfreschiamo. Sono le 17.40. Bianca ed io restiamo al pozzo e ci facciamo una bella doccia mentre gli altri proseguono ancora per qualche centinanio di metri e montano il campo al limite dell'oasi, al riparo di un'acacia.
Quando arriviamo al campo anche gli altri vanno a farsi la doccia e noi accendiamo il fuoco e prepariamo la cena. Il tramonto è bellissimo ed è strano vedere la luna che tramonta orizzontale. E' subito buio ed adoperiamo le nostre torce da montagna per mangiare. Le nostre guide si piazzano dietro un'acacia poco lontana. E' l'ultimo dell'anno e anche noi, in mezzo al nulla, facciamo il cenone di tradizione:

  • Antipasto di crostini con salmone
  • Tortellini in brodo
  • Affettati misti e formaggi
  • Pandoro
  • Caffè, grappino e nocino
Alle 22.00 siamo già a dormire.
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