|
SESTA
TAPPA
04/01/1998
MAADEN
ELIRVAN-JOUELAT-TIMINIT
(trekking)
Ci svegliamo un po' più tardi,
alle 7.00; il cielo è coperto. Mentre disfiamo il campo e carichiamo
i cammelli scende qualche goccia di pioggia probabilmente portata dal vento
che nel frattempo si è di nuovo alzato. Partiamo alle 9.35 ed attraversiamo
l'oasi di Maaden Elirvane, che si presenta come una cittadina con case
in mattoni a secco costruita al margine di un esteso palmeto. Sullo sfondo
si vede un mare di dune gialle che incombe sulla vallata.
Attraversando la cittadina incontriamo,
forse, il capo del villaggio che ci chiede se vogliamo essere suoi ospiti,
ma noi, un po' perchè non capiamo, un po' perchè non sappiamo
cosa fare, rifiutiamo e proseguiamo risalendo il costone che avevamo disceso
il giorno prima.
Da sopra al costone si vedono dune
a perdita d'occhio e dietro di noi l'oasi di Maaden Elirvan. Scendendo
le dune incontriamo un pastore con dei cammelli che ci chiede del cortisone
per la sua dermatosi. Nessuno di noi ha della pomata al cortisone e diamo
al povero pastore del Polaramin. Le dune sono immense; saliamo e scendiamo
in continuazione queste montagne di sabbia fino ad arrivare ad un rilievo
di roccia. E' un cucuzzolo di circa cento metri ricoperto, dalla nostra
parte, di sabbia; la salita è particolarmente dura in quanto la
sabbia sotto i nostri piedi continua a slittare in basso, ma in cima si
gode di uno spettacolo incredibile. Il rilievo si trova al centro di tre
vallate e tutto intorno ci sono dune; in fondo a due vallate si scorgono
altrettante oasi. Una è Timinit e verso quest'ultima ci dirigiamo
dopo aver fatto alcune foto di gruppo. Tornati in piano ci fermiamo per
mangiare verso l'una del pomeriggio. Il cielo è sempre nuvoloso.
Ahmed ci spiega come fare il te mauritano:
-
si fa bollire
l'acqua in una teiera dove precedentemente è stato messo mezzo bicchierino
di te;
-
si aggiungono
5 cucchiai belli colmi di zucchero;
-
si aggiungono,
poi, le foglie di menta e si continua a far bollire;
-
si riempie un
bicchierino dei tre di te e si travasa il te da un bicchiere all'altro
più volte, alzando molto il bicchiere, in modo che i bicchierini
si scaldino e si formi una leggera schiumetta.
-
si riversa il
te nella teiera e lo si distribuisce sempretenendo la teiera molto alta
in modo che il te formi la schiuma;
-
si rifà
bollire l'acqua e si ripetono le operazioni 4) e 5) per due volte aggiungendo
ogni volta un cucchiaio di zucchero e un po' di te.
Ripartiamo verso le 16.00, e dopo un
po' risaliamo una valletta sabbiosa contornata da rocce nere. Mentre camminiamo
il carico di uno dei cammelli si slega ed il cammello si imbizzarrisce;
nell'occasione si rompe il sacco della mia tenda. In cima alla valletta
troviamo una quantità incredibile di angurie che crescono spontaneamente.
Ne prendiamo una a testa e proseguiamo in discesa. Raggiunti i cammelli
le carichiamo su uno di loro usando il turbante di Massimo che sembra molto
triste per questo. Abbiamo sempre il vento contro. Quando ci fermiamo sono
le 17.45 e montiamo il campo ai limiti dell'oasi di Timinit. Le mosche
ci assalgono. Oggi sono più cattive del solito. Per cena facciamo
gli spaghetti ed invitiamo Ahmed e suo fratello a mangiare con noi. Stiamo
tutti attorno al fuoco perchè fa un po' freddo ed il vento non cessa
di soffiare. Andiamo a dormire alle 22.00 dopo un goccio di grappa. |
|