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TERZA
TAPPA
01/01/1998
OUED LEBIAD-TIFOUJAR-TOUERGE'
(trekking)
Sveglia alle 6.30; l'alba è
radiosa, accendiamo il fuoco e facciamo colazione.
Smontiamo il campo; solita trafila
per il carico dei bagagli e mentre stiamo caricando i cammelli dei ragazzini
e delle ragazzine ci vengono a spiare. Andrea dà al più piccolo
di loro una sua camicia ed il bimbo fugge come un fulmine ridendo. Tento
di fare una foto alle ragazzine, ma si nascondono immediatamente, poi verso
le 9.00 si parte. Attraversiamo l'oasi di Oued Lebiad e c'inoltriamo nella
valle che dopo l'oasi si ricopre di sabbia e di alte dune. Ahmed ogni tanto
si distanzia da noi per salutare qualcuno o per procurarci qualcosa da
mettere in bocca. Una volta torna con una piccola anguria; tagliata è
bianca e sa da cetriolo; non è molto saporita, ma almeno ha dell'acqua
e la gradiamo. Mentre i cammelli proseguono sul piano, noi prendiamo la
cresta delle dune che corrono lungo la pista e, a piedi nudi, corriamo
su e giù da queste montagne di borotalco arancione. Arrivati in
cima ad una duna particolarmente alta, scendiamo in perfetto stile Telemark
(penso che trovando una duna abbastanza inclinata si possa scendere anche
con gli sci). Ci riuniamo con la carovana e proseguiamo per circa mezz'ora
in mezzo alla vallata per poi tagliare alla nostra destra, su per un pendio
di sabbia che arriva fino in cima agli altipiani che ci circondano. Prima
di salire, Ahmed ci taglia dei rametti di acacia da mettere in bocca e
da masticare. Questo serve sia per tenere la bocca sempre umida, sia per
lavarci un po' i denti. I cammelli prendono una strada più bassa
e li vediamo allontanarsi in mezzo a questo mare di sabbia. Mentre saliamo,
in lontananza, scorgiamo un'altra comitiva che scende la valle in senso
opposto al nostro; forse è il gruppo di "Avventure nel Mondo" che
è partito pochi giorni prima di noi. Tutta la salita la facciamo
scalzi;la sabbia è fresca e morbida e dà un senso di libertà
stupendo. Finita la salita ed ammirato il panorama che abbiamo lasciato
alle spalle, ci inoltriamo a mezza altezza in un passo piuttosto stretto.
Cento metri più sotto i cammelli proseguono nel fondo valle. Arriviamo
al passo ed il terreno si fa pianeggiante; adesso abbiamo di fianco alte
rocce a picco all'ombra delle quali proseguiamo fino in fondo alla valletta.
Fa molto caldo e ci riposiamo un po'all'ombra. Uno dei cammellieri, il
più giovane, ci aspetta vestito con un pastrano militare di panno
disteso sulla sabbia, al sole, per scaldarsi!!! Non è ancora ora
di pranzo. Dobbiamo ancora salire sull'altura che ci sovrasta. Dopo 20
minuti circa, arriviamo finalmente in cima al pianoro di sabbia e ci fermiamo
a fianco ad un cespuglio in quanto non si vedono alberi abbastanza alti
da fare un po' di ombra. Stiamo tutti stretti sotto l'unica ombra che c'è
e mangiamo. Dopo pranzo il cielo si rannuvola e Ahmed dice che forse pioverà!!!
In effetti, quattro gocce di pioggia
le fa; ripartiamo verso le 15.30 e la distesa di sabbia si trasforma ben
presto in una pietraia scura. E' tutto piatto, ma si fa fatica a procedere
perchè i sassi sono solo appoggiati al terreno e quindi molto instabili.
I cammellieri tengono un passo incredibilmente
veloce. Mentre il pomeriggio avanza, il vento rinforza e comincia a dare
fastidio. I cammellieri seguono minuscole piste che si intravedono a malapena
tra i sassi. Per tutto il pomeriggio il panorama non cambia fino a che,
verso le 18.00, arriviamo nei pressi dell'oasi di Tourghè. Vicino
a noi c'è un palmeto recintato. Appena arriviamo si avvicinano dei
ragazzini che ci guardano durante le fasi di scarico dei cammelli e sistemazione
del campo. Montiamo le tende ed il vento disturba non poco le operazioni.
Alla fine delle operazioni regaliamo ai ragazzini delle magliette usate
nei giorni precedenti. Intorno a noi non c'è legna e quindi accendiamo
il fuoco con foglie di palma e rami spinosissimi di acacia. Anche se sono
molto leggeri l'efficienza che hanno è incredibile. Andiamo a dormire
alle 22.00, ma dopo circa un'ora mi sveglio perchè dentro la tenda
fa un caldo micidiale e si respira sabbia. Decido di dormire fuori anche
se il vento è fastidioso. La notte è splendida. |
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