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Webmaster:
Gherardo Ghirardini
OTTAVA TAPPA
06/01/1998
TIMAGAZINE-CHINGUETTI
(jeep)

L'alba è grandiosa. Dopo colazione carichiamo i bagagli sulle jeep e partiamo. Massimo sta male ed anche Nicola è un po' rovescio. La pista è sassosa ed in certi punti, molto impervia; la media è di 40 Km all'ora e le jeep fanno fatica a procedere. Poco dopo la partenza Massimo vomita. Ha la febbre. Riprendiamo il viaggio sull'altopiano sassoso e lo attraversiamo verso Nord.
Verso le 12.00 arriviamo ad un passo, svalichiamo su una strada che è poco più di un sentiero di montagna e al di là delle montagne ci appare una grande oasi con un villaggio piuttosto esteso. Appena fuori dall'oasi ci fermiamo per mangiare, ma non è una sosta molto lunga. Massimo sta ancora male e Nicola peggio: dopo un breve pisolino vomita tutto anche lui. Evidentemente la mappazza e l'insalata del giorno prima sono stati micidiali.
Dopo aver preparato una bella limonata calda per i due ammalati riprendiamo la pista che continua ad essere incredibilmente impervia. Per fortuna dopo pochi chilometri la pista si allarga e diventa una strada larga e diritta. La velocità aumenta e si balla di meno. Ci dirigiamo verso la città di Chinguetti. Dopo 3 ore intravvediamo all'orizzonte la città di Chinguetti che appare circondata da alte dune. La strada che percorriamo attraversa la pista di atterraggio di un improbaile aeroporto. Ci fermiamo all'Auberge de Caravennes, un po' fuori della città vecchia e finalmente facciamo una doccia vera e approfittiamo per fare un po' di bucato. Paghiamo 1.700 ougujia (circa 20.000 lire) a testa per dormire, la cena e la colazione. Purtroppo Max e Nicola stanno ancora male. Il tramonto che si può vedere dalle mura dell'albergo è stupendo, anche se la sabbia che c'è nell'aria rende tutto un po' piatto e nebbioso. Finalmente mangiamo seduti su una sedia e di fronte ad una tavola.
Ci portano dei datteri buonissimi poi un piatto di "luxur", una specialità locale fatta con patate, carote e carne di cammello, e l'immancabile cus-cus di montone. La carne è durissima e tutto è senza sale. E pensare che nell'antichità da questa città partivano carovane di 30.000 cammelli per portare il sale fino in Egitto.
Beviamo il solito te. Nicola e Massimo vanno a letto alle 20.30, mentre noi discutiamo del programma dei prossimi giorni. E' la prima sera che dormo su qualcosa di morbido in quanto dal primo giorno il mio materassino si è bucato. La luna, che nei giorni precedenti è cresciuta, illumina tutto quanto.

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